venerdì 13 aprile 2012

Capitolo 11


Dopo l'arrivo di Lucia al convento di Monza, il narratore torna indietro nel tempo e riporta in scena Don Rodrigo che attende nervosamente il ritorno dei bravi. All'arrivo, il Griso annuncia il fallimento della spedizione e riceve severi rimproveri dal signorotto. Dopo aver discusso riguardo la notte degli imbrogli, i due concordano una strategia per scoprire se vi siano state fughe di notizie sul progetto di rapimento. Il conte Attilio viene informato dallo stesso Don Rodrigo del fallito rapimento e, dopo averlo sbeffeggiato e punzecchiato con i soliti sarcasmi, incolpa di questa sciagura fra Cristoforo. Attilio decide così di recarsi dal Conte Zio, un uomo politico membro del Consiglio Segreto di Milano, al quale chiederà il trasferimento del frate in un altro convento, lontano da Pescarenico. Intanto, al ritorno del Griso, dalla sua relazione emergono i vari dettagli della notte, che i diversi testimoni, a cominciare da Perpetua, hanno riferito ciascuno a suo modo. Manca solo da scoprire dove i fuggiaschi si siano rifugiati, ma il segreto viene presto scoperto. Infatti, il bravo è venuto a sapere che Lucia è stata accolta in un convento di Monza. Il nobile incarica allora il sicario di proseguire là le ricerche: il Griso, che proprio a Monza è maggiormente ricercato dalla giustizia, cerca di rifiutare, ma alla fine obbedisce agli ordini del padrone. Nel frattempo, Renzo raggiunge Milano in fermento per un inatteso aumento del prezzo del pane. Il giovanotto capisce di esser giunto in una città sollevata. Il giovane capisce ciò dopo aver notato della farina e delle pagnotte sparse a terra e dopo aver assistito ad una particolare scena, in cui una famiglia trasporta i viveri con affanno. Si propone comunque di recarsi al convento dei cappuccini, dove, per l'appunto, padre Bonaventura, al quale Renzo deve rivolgersi, è assente. Così, Renzo, incuriosito, si muove verso il tumulto.

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