venerdì 13 aprile 2012

Capitolo 25


Nel paesello dei due sposi è ormai giunta la notizia del rapimento e della successiva liberazione di Lucia. Saputi gli ultimi avvenimenti, la gente trova il coraggio per manifestare il suo odio verso Don Rodrigo, Azzecca-Garbugli e gli altri amici del signorotto. Quest'ultimo, beffato dalle notizie ricevute e desideroso di non incontrare il cardinale che sta visitando uno a uno i paesi vicini a Lecco, parte per Milano scortato dal Griso e dagli altri bravi. Gli abitanti del villaggio accolgono gioiosamente il vescovo, ostentando il loro consenso verso Federigo nell'abbellire l'arco trionfale; soltanto Don Abbondio è infastidito da quell'arrivo e teme che il cardinale lo possa rimproverare per non aver sposato i due giovani. Dopo un primo colloquio tra il curato e Federigo, si decide di inviare una lettiga alla casa del sarto per riportare Lucia e Agnese al paese e discutere con loro una futura sistemazione. Nei giorni precedenti al loro arrivo in paese, giunge loro la richiesta di una certa donna Prassede, la quale, incuriosita dalla vicenda di Lucia e intenzionata ad allontanarla da Renzo, che considera un poco di buono, le offre alloggio nella sua villa vicino Milano. Così, ottenuto l'assenso delle due donne, Donna Prassede fa redigere dal marito Don Ferrante una lettera nella quale informa il vescovo della decisione presa. Federigo, accettata la soluzione proposta dalla nobildonna, si rivolge a Don Abbondio, ammonendolo per il suo comportamento codardo e timoroso, per il quale si è reso colpevole di anteporre la paura per la propria vita ai doveri sacerdotali assunti su di se al momento della decisione di prendere i voti.

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