lunedì 28 maggio 2012

A un amico in lutto

A un amico in lutto (autore: Cicerone)


Tibi volo commemorare rem, quae mihi non mediocrem consolationem attulit, si forte eadem res tibi dolorem minuere possit. Ex Asia rediens, cum ab Aegina versus Megaram navigarem, coepi regiones circumcirca prospicere. Post me erat Aegina, ante me Megara, dextra Piraeus, sinistra Corinthus; quae oppida quodam tempore florentissima fuerunt, nunc prostrata et diruta ante oculoss iacent. Coepi ego et mecum cogitare: "Nos homunculi idignamur, si quis nostrum, quorum vita esse debet, interiit aut occisus est, cum uno loco tot oppidorum cadavera proiecta iacent? Visne meminisse te hominem esse natum?". Crede mihi, cogitatione ea non mediocriter sum confirmatus.


A te voglio ricorare una cosa la quale ha arrecato a me una non piccola consolazione, nel caso che la stessa cosa ti possa diminuire il dolore. Quando facevo ritorno dall’Asia, mentre navigavo da Egina alla volta di Megara, cominciaii ad intravedere le regioni tutte intorno. Dietro me c' era Egina, davanti a me Megara, a destra il Pireo, a sinistra Corinto; queste città un tempo furono assai fiorentissime, mentre ora davanti agli occhi sono abbandonate prostrate e distrutte. Io tra me e me (stesso) cominciai pensare: “Noi omuncoli siamo indignatii se qualcuno dei nostri, dei quali deve esistere la vita è morto o è stato ucciso, Allorchè in un luogo solo della città giacciono così tanti cadaveri abbandonati? Vuoi ricordare che tu sei nato uomo?”. Credi a me, fui rassicurato non molto da questa riflessione.

Nessun commento:

Posta un commento